"L'Angelus" è un dipinto a olio su tela (55x66 cm) realizzato tra il 1857 ed il 1859 dal pittore Jean-François Millet.
Il quadro che segna la svolta della sua carriera è « Il seminatore » esposto al Salon del 1850. Non sfugge infatti la valenza sociale di questo primo capolavoro di Millet, che conferisce alla figura del contadino una forza eroica che verrà letta, in un clima di forti rivendicazioni sociali, come segno di fiera emancipazione. Elevando la vita del popolo a una dignità fino ad allora sconosciuta, la rivoluzione aveva permesso a Millet, Courbet e ad altri, di celebrare questo tempo nuovo con immagini inedite della vita rurale. Affatto nuovo è però lo sguardo che viene rivolto alla realtà rurale e, nella varietà di soggetti che Millet dipinge, realizza una vera e propria "epopea dei campi". L'artista racconta con partecipazione sincera la vita dei contadini, conferendo piena dignità alla nobile fatica del loro quotidiano lavoro.
Qui l’elenco di alcune delle sue più grandi opere : Il vagliatore (1848), Il Seminatore (1850), Andando al lavoro (1850-1851), Nel vigneto (1852-1853), Le spigolatrici (1857), L'Angelus (1857-1859), La morte e il taglialegna (1859), Coltivatori di patate (1861-1862), Pausa di mezzogiorno (1866), Serata d'inverno (1867), Primavera (1868-1873)…
Per quanto riguarda « L’Angelus » : è composto da una coppia di contadini che interrompono il lavoro al suono delle campane che annunciano l'Angelus, mostrati nella loro devozione, intenti nella preghiera. Entrambi sono concentrati nell'orazione, imponendosi con la figura sulla superficie pittorica con fragile dolcezza. I colori utilizzati da Millet sono quelli tipici dei pittori realistici, ovvero i colori caldi. La scena riprende la chiesa di Chailly-en-Bière, nei pressi di Barbizon e la campagna attigua. Nel 1865, Millet racconta: "L'Angelus è un quadro che ho dipinto ricordando i tempi in cui lavoravamo nei campi e mia nonna, ogni volta che sentiva il rintocco della campana, ci faceva smettere per recitare l'angelus in memoria dei poveri defunti". All'origine di questo quadro, c'è dunque un ricordo d'infanzia e non la volontà di esaltare un qualsivoglia sentimento religioso tanto più che Millet non è nemmeno un praticante. Attraverso la raffigurazione di una scena semplice, l'artista si prefigge di illustare i ritmi immutabili che scandiscono la vita dei campi. In questo caso, l'interesse del pittore è rivolto al tempo della pausa, del riposo.
Salvador Dalí era talmente affascinato da questo lavoro da consacrare ad esso un intero libro intitolato "Il tragico mito dell'Angelus di Millet". Nel 1938 Dalí scrisse che i contadini del quadro non erano semplicemente in preghiera per l'Angelus, bensì erano raccolti davanti ad una piccola bara.
"L'Angelus" è stato frequentemente riprodotto su diversi oggetti e supporti e copiato e reinterpretato da altri artisti nel XIX e XX secolo. Sotto queste righe, trovate la versione realizzata da Jean-Louis Berthod, visibile nel suo bassorilievo "Rinascita/Rinascimento".
Fonte Principale : Wikipedia