Aspasia di Mileto/Pericle

Aspasia di Mileto

Aspasie

Aspasia di Mileto (Mileto, c. 470 a.C. – c. 400 a.C.), universalmente nota come Aspasia. Seguendo una tradizione storica e letteraria a lei spesso avversa, il suo personaggio è frequentemente ricondotto, in maniera riduttiva, alla figura sociale dell'etèra. Considerata la concubina di Pericle, i due non si sono sposati, ma sono semplicemente vissuti more uxorio fino alla morte, dato che lo stesso Pericle aveva emanato una legge che vietava il matrimonio tra un ateniese e una straniera.

Aspasia, donna colta, era nota anche in virtù delle sue qualità intellettuali : secondo la tarda e aneddotica testimonianza di Plutarco ella sedusse lo stratego "in quanto dotata di una certa saggezza e abilità politica", e il suo parere era molto influente.

Come altre persone dell'entourage di Pericle, anch'ella pagò lo scotto di essere bersaglio di accuse tendenti a screditare l'uomo politico. Ma nel suo caso, alle accuse mossele, non doveva essere sicuramente estraneo lo sconcerto che, nella società ateniese, doveva ingenerare una figura libera, pubblica e autorevole come quella di Aspasia. Seguendo Plutarco, Aspasia fu tacciata pubblicamente di empietà e prossenetismo, accuse che la misero a rischio dell'esilio o della pena capitale e da cui lo stesso Pericle riuscì a sottrarla.

Aspasia ebbe da Pericle un figlio, il cui nome è tramandato come Pericle il Giovane; eccezionalmente, questi fu iscritto nelle liste dei cittadini: la legge, infatti, non concedeva lo status di ateniese a chi fosse nato da donne straniere; l'eccezione fu fatta per esplicita richiesta di Pericle al popolo ateniese, dopo che questi aveva visto morire di peste i due figli legittimi Santippo e Paralo; per non morire senza discendenti, lo stratega implorò il popolo di concedere la cittadinanza al figlio bastardo. Pericle il Giovane è stato un ammiraglio ateniese. Dopo aver vinto alle Arginuse, gli otto comandanti che avevano combattuto furono richiamati ad Atene, e i sei che vi andarono, tra cui Pericle, furono processati, condannati a morte e giustiziati per non aver soccorso i naufraghi.

 


 

Pericle

Pericles

Pericle del demo di Colargo (Colargo, 495 a.C. circa – Atene, 429 a.C.), universalmente noto come Pericle è stato un politico, oratore e militare ateniese attivo durante il periodo d'oro della città, tra le Guerre persiane e la Guerra del Peloponneso (431 a.C. – 404 a.C.). Discendente da parte di madre dalla potente e influente famiglia degli Alcmeonidi, Pericle ebbe una così profonda influenza sulla società ateniese che Tucidide, uno storico suo contemporaneo, lo acclamò come "primo cittadino di Atene". Pericle fece della Lega delio-attica un impero comandato da Atene con altre città alleate, durante i primi due anni della Guerra del Peloponneso.

Pericle favorì lo sviluppo delle arti e della letteratura e questa fu la principale ragione per la quale Atene detiene la reputazione di centro culturale dell'Antica Grecia. Promosse, allo scopo di dare lavoro a migliaia di artigiani e cittadini, un ambizioso progetto edilizio che portò alla costruzione di molte opere sull'Acropoli (incluso il Partenone), abbellì la città, esibì la sua gloria. Inoltre, Pericle sostenne la democrazia a tal punto che i critici contemporanei lo definiscono un populista, specialmente a seguito dell'introduzione di un salario per coloro che ricoprivano gli incarichi politici e ai rematori della flotta.

Tuttavia, nonostante il forte carisma e il saldo governo, né Pericle né tanto meno i suoi collaboratori o confidenti, Fidia e Aspasia, furono immuni da attacchi sia personali che giudiziari a dimostrazione che il ruolo politico dello statista non fu mai assoluto. La sua compagna, Aspasia, infatti, distintasi per l'abilità oratoria e per la brillante intelligenza, fu accusata di corrompere le donne ateniesi allo scopo di soddisfare le perversioni di Pericle. Il processo, basato su calunnie e dicerie, mai provate, fu un'amara esperienza per Pericle che a stento riuscì a difendere l'amata ottenendone l'assoluzione.


Fonte : Wikipedia

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